Una preghiera per la pace, riprendendo le parole di papa Francesco e con lo sguardo, dalla grande croce sulla collina che sovrasta Przemysl, sul confine più a est della Polonia, rivolto verso la vicinissima Ucraina, scrutata a vista, qualche chilometro più in là, dove ora per ora si vive il terribile conflitto. È iniziato con questo intenso gesto il pellegrinaggio in Polonia intrapreso lo scorso martedì 9 luglio da un gruppo di 25 pellegrini provenienti da tutto il Ticino, guidati da don Pawel Miara, parroco di Coldrerio, che ha così voluto far conoscere loro la propria terra d’origine.
Un viaggio di pace e di preghiera che ha portato i pellegrini a visitare anche la stazione ferroviaria della cittadina, luogo, ha spiegato don Pawel, «di transito inevitabile per chi voglia fuggire dall’Ucraina e che dall’inizio del conflitto abbiamo visto riempirsi di migliaia di migranti diretti verso mete più sicure, ma anche stazione dal quale transitano inevitabilmente tutti coloro che oggi vogliano raggiungere l’Ucraina, in particolare le autorità e i politici, anche dal Vaticano, essendo di fatto lo spazio aereo ucraino inutilizzabile». Alloggiati per i primi due giorni nel locale seminario della città, i pellegrini hanno potuto incontrare e condividere del tempo anche con vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Przemysl, mons. Stanislao Jamrozek. La loro preghiera per la pace si è unita alla sua nel santuario di Kalwaria Paclawska – uno dei 25 santuari dell’arcidiocesi – dove si custodisce l’immagine della «Madonna dell’ascolto»: dipinta con un orecchio scoperto, è promessa di accoglienza per tutte le necessità e le richieste, anche quella della riconciliazione.
A Jaroslaw, sempre sul confine con l’Ucraina, un altro gradito «incontro»: l’icona miracolosa della Beata Vergine «Porta della Misericordia» proveniente dalla chiesa greco-cattolica della città, molto amata da Papa Francesco, che la conobbe sin dai tempi della gioventù, portata oltre Oceano dagli immigrati polacchi in Argentina e che poi, per il Giubileo del 2015, la volle con sé per la cerimonia di apertura a San Pietro. Misericordia, perdono, pace: è questo anche il messaggio della famiglia Ulma, beatificata sempre da Francesco nel settembre del ‘23. I pellegrini ticinesi ne hanno rivissuto la storia a Markowa, la loro città natale.
Storia di accoglienza, di fraternità, quando gli Ulma, nel pieno della Seconda Guerra mondiale, ospitarono assieme ai loro sette figli, di cui uno non ancora nato, due famiglie ebree, gesto che costò loro la vita. Una pagina di storia che ha condotto i pellegrini a visitare, nel quartiere ebraico di Cracovia, oltre alle molte chiese della città, il cimitero ebraico rinasci-mentale meglio conservato d’Europa, dove più volte si recò a pregare San Giovanni Paolo II.
Del Papa Santo, i suoi viaggi e i suoi sforzi per la pace rimane anche traccia nel museo accanto alla chiesa di Wadowice, sua città natale, visitato con molta commozione. Ultima tappa del pellegrinaggio, il Santuario della Divina Misericordia, a Lagiewniki, in visita ai luoghi di Santa Faustina Kowalska, ringraziando per quanto vissuto e ripromettendosi che la preghiera per la pace non finisca qui.
Laura Quadri